Questo pezzo lo sto scrivendo da molto tempo, quasi da quando ho aperto il blog, è l’argomento piu’ bello e più difficile, per questo ho deciso che non mi basterà solo un post, ma molti altri, per parlare di Sole.
Sole è decisamente l’elemento più giallo che esiste, e il giallo è buon umore, è spensieratezza e sorriso, è il calore e il colore del lepersoneimportanti, delle uova alla coque che faceva mio padre quando eravamo piccoli, della polenta di mio nonno, dei piccoli fiori che crescevano nei prati attorno a casa mia insieme alle margherite e ai nontiscordardime’, dove io e Giuppe andavamo a giocare, giù in fondo, vicino al fiume… Il giallo mi ricorda i pomeriggi d’estate afosi trascorsi in Sicilia, e il Sole che ti sentivi addosso, la sabbia bollente, le case bianche che riflettevano i raggi e i fiori viola delle buganvillee e il mare blu. La Sicilia è decisamente la terra del Sole. E poi c’è una maglietta che ho avuto in regalo all’età di 6 anni credo, giallissima, tutti mi prendevano in giro perché, stampata su quella maglietta, c’era questa frase:
“fatemi largo (davanti) sono una scheggia (dietro)”
ero magrina, avevo i capelli a caschetto e la frangetta, ero un po’ sfigata in effetti, ma io l’adoravo, “la maglietta della scheggia”, mi faceva sentire bene, ero felice ed avevo l’anima del Sole. Mia madre ancora oggi mi parla di quella maglietta e capisco che piaceva anche a lei, sapeva che era fatta per essere indossata da me: io non volevo fermarmi mai, giravo, entravo, uscivo, giocavo spesso anche da sola, ma ero molto brava, fino alla seconda elementare: “poi non si sa cosa sia successo” dice sempre mamma, ma io lo so, eccome. Lo so perché è stata la prima volta che ho perso il Sole, ma questa è un’altra storia, oggi non voglio parlare di perdite, non voglio perché è un giorno importante, oggi è il giorno in cui il Sole più giallo di tutti è entrato nella nostra vita, 22 anni fa, verso le nove di sera: mio fratello Carlo.
Non ricordo il preciso momento in cui ci hanno detto che era nato, ma ricordo la mamma nella camera dell’ospedale e quell’ ammasso di ciccia nel lettino del nido, mi ricordo che era strano, ma eravamo già tutti innamorati di lui.
Abbiamo festeggiato poi il suo compleanno per molti anni in vacanza, sempre in Sicilia e ogni estate organizzavamo una festa, la sera, con una torta enorme e piena di panna e tante persone che venivano a festeggiarlo.
Anche uno dei primi regali che ho fatto a Carletto era una maglietta gialla. Era completamente gialla con uno smile 🙂 stampato al centro, non ricordo dov’ ero quando l’ho trovata, forse in Francia, a Vichy o forse a Barcellona in una delle mie prime gite con la scuola, ma ricordo che era esposta in una bancarella, una di quelle bancarelle ambulanti che trovi in pieno centro città, era sua e l’ho capito subito. Dovete sapere che Carletto crescendo non si è smentito dalla prima impressione che ci ha fatto quando è nato. E’ sempre stato prima di tutto un bambino splendente, e crescendo anche abbastanza ciccione, quindi mi ricordo che quella maglietta mi piaceva perché lo faceva sembrare una melagiallatondiccia… Sorriso allo stato puro.
Proprio oggi ho ricordato, così un po’ per caso, a quando Carletto era piccolo piccolo e dormiva in camera dei miei genitori e noi – soliti io Vale e Giuppe – andavamo nel lettone la Domenica mattina, di soppiatto, guidati da Vale che per iniziare svegliava me, poi andavamo a svegliare Giuppe, e poi mi faceva andare in avanscoperta, nel senso che toccava a me sfidare per prima l’entrata di camera dei miei genitori, così, se ci vedevano prima di entrare nel letto, Vale e Giuppe scappavano e io rimanevo lì come un cucu’… comunque, non ricordo bene se lo mettevamo noi nel lettone o era già lì, ma Carletto dormiva in orizzontale sui cuscini di mamma e papà, quella pallozza di ciccia, era buffissimo, divertentissimo e dolcissimo, con due occhi blu che ti facevano sorridere solo a guardarli. Un vero e proprio Sole, a tutti gli effetti. Se mi fermo a pensare a lui, a quello che inconsapevolmente ha significato per noi, a tutto ciò che ci ha regalato, mi cambia la giornata, divento gialla in un secondo, e sorrido. Carletto è il Sole giallo che ha illuminato i giorni della nostra famiglia quando tutto era un po’ brutto, quando il nonno era malato, quando era troppo piccolo per ricordare ma era una meraviglia di bambino, era sempre felice, penso che sia stato mandato da noi proprio per cambiarci la vita, per farci la promessa che tutto sarebbe andato bene con lui, che era lui il motivo per resistere e stare insieme… e così è stato. Forte di questo è il fatto che a tutti gli effetti è stato un caso il suo arrivo, si, un caso, una di quelle cose, sapete, non programmate, i miei genitori non avevano deciso di avere un quarto figlio, ma lui è arrivato lo stesso, per noi. Ricordo che una mattina la mamma è arrivata nel nostro letto per svegliarci (io e Vale dormivamo insieme, ma anche questa è un’altra storia) e a farci le coccole, poi ci ha guardato con un super sorriso più giallo di tutti i sorrisi di tutto il mondo e ci ha detto che arrivava per noi un altro fratellino… da li in poi la sua scia gialla ci ha aiutato nel corso degli anni a non dividerci, a scontrarci, ma sempre sapendo di essere fratelli, perché avevamo lui da curare, da difendere o semplicemente da educare come volevamo noi, per farlo crescere diverso da noi. Credo sia andata così. Io la penso così. Giallo luce, come un abbaglio.. Carletto ha senz’altro l’anima pitturata di giallo, il più giallo dei gialli che posso immaginare, quelli che danno felicità. Compie 22 anni è vero, sembra che sto parlando di un bambino, invece ora è un omome, sempre bellissimo, ma ormai è diventato grande, talmente grande che ancora non me ne rendo conto. Addirittura il giorno della sua cresima io e Vale siamo arrivate insieme in chiesa e ci siamo sedute in una delle file laterali ma abbastanza vicine all’altare e dopo qualche minuto ci siamo accorte che entrambe stavamo piangendo tantissimo. Avevamo capito che stava crescendo. Il nostro Sole diventava sempre più alto e sempre meno piccolo. Credo che abbiamo pianto per tutta la cerimonia.
Carletto è il riassunto e la traduzione di noi tre, una traduzione però un po’ originale direi, e anche se non posso sapere come sarà il suo futuro, so per certo che sarà una di quelle persone che è bello avere accanto nella vita, come amico, come fratello, come compagno o padre, perché è capace di far sorridere, è capace di far stare bene ed ha l’animadelsorriso. Alla fine abbiamo vinto Vale e Giuppe, siamo riusciti a farlo diventare una persona migliore di noi, e io ne sono pienamente soddisfatta.
Il Sole di cui parlo sempre è come Carletto: una promessa di sorrisi e felicità. E’ qualcosa di tondiccio e morbidoso che ti fa star bene. Semplicemente quello che vogliamo tutti per il nostro futuro. Sole era la promessa che doveva attraversare la mia apnea per trasformarla in ossigeno puro, ed anche se così non è stato, io non mi do per vinta perché arriverà. Mia figlia, comunque vada, si chiamerà Sole.
Intanto oggi mi godo questo 22 Luglio, festeggiando con la mia famiglia il compleanno del nostro Sole.