L’ intoccabile

Non scriverò mai abbastanza su di te, credo. Non spenderò mai le parole giuste, non riuscirò mai a vestirti come meriti, a darti quegli aggettivi che servono veramente per descriverti, per descrivere quello che sei stata per me. So solo che se non ti avessi vissuto oggi sarei in un mareimmenso di guai, o forse non ci sarei nemmeno più. Invece sono ancora qui, e questo primo capitolo di te è dedicato alle emozioni e i ai colori dei paesaggi che mi hai buttato davanti agli occhi, parto da lì.

In un paese bruciato dal sole
In un paese bruciato dal sole

“IN UN PAESE BRUCIATO DAL SOLE” di Bill Bryson Questo è stato il libro che ho portato con me, che mi ha supportata, un libro regalato, un libro che mi ha accompagnato per cinque mesi e ha fatto il mio stesso viaggio, mentre leggevo vedevo quello di cui stava parlando davanti ai miei occhi.

E’ stato incredibile. E’ stata l’Australia.

Vi svelo un segreto: l’Australia nei miei sogni di viaggiatrice, prima di allora, non c’era mai stata. Per intenderci, avete in mente quei luoghi che sognate ad occhi aperti di poter vedere un giorno, quelli che fin dai 9 anni, o giù di lì, ti sembrano irraggiungibili e bellissimi? E’ sempre stato il mio gioco preferito, da piccola, e crescendo sempre più luoghi l’hanno fatta da padrona nella mia mente, ma mai, dico mai avevo pensato all’Australia. Non avevo interesse, non mi attraeva. Per la lontananza direte voi,assolutamenteno. Più un luogo è lontano, più prenderei l’aereo domani. Pensate che l’isola di Pasqua è il mio sogno da sempre. Avevo quest’idea in testa, che il continente rosso fosse tutto piatto e arido, mi sono lasciata convincere da quelle immagini che circolano nel vecchio, di continente, dove si vedono solo Uluru e steppa infinita. Pochi colori. Vi dirò: l’Australia è un arcobaleno. E Uluru non l’ho nemmeno vista. Durante il primo mese ero incantata dal fucsia dei tramonti sulla baia di Melbourne, dal giallo fluorescente del luna park a St Kilda, al blu romantico e ventoso dell’oceanodavantiaimieiocchi e il verde dei prati sterminati, infiniti del Victoria, dal marrone vecchio degli edifici in Swanston Street, ai mille colori naturali del Queen Victoria Market. Il giallo pagliericcio dei campi e degli orti a Old Beach nei due mesi successivi, e come dimenticare il bianco immacolato dei pellicani che sfilavano sul lago ad Hobart o dei Mio Pio (i piccioni australi, per intenderci) che volavano all’unisono sulla spiaggia a South Bruny, sembrava che luccicassero, era magia. Il rosso quasi nero delle ciliegie che ogni giorno andavamo a raccogliere nei campi, e chisselescordaquelle! Vicino a Eden, nel New South Wales, ho visto delfini neri che somigliavano più a balene per la grandezza, e foreste verdi come in una cartolina del Montana, ma ero nello Snowy River National Park.  La candida Sidney, gigantesca, mastodontica, di lei mi ricordo le luci della passeggiata lungo l’oceano e i negozi di tatoo, i mille resumee portati in giro alla cazzo con due amiche sconclusionate quanto me, entrambe pazze, una di loro oltremodo bella. La città non era il mio posto. Da lì mi sono inoltrata nell’Australia autentica, nella terra arida e bisognosa del west, quella degli aborigeni e degli spazi sconfinati, tutti uguali, tutti dritti, tutti infiniti. In ultimo, il colore che ho preferito, quello che mi ha steso, è stata la terra rossa. E’ un colore che non posso descrivere, né a parole, né con foto. Quel rosso bisogna vederlo e soprattutto, toccarlo. Ho chiesto ad una mia amica di avventure di scattarmi questa foto, venuta benissimo, ma vi assicuro che ancora non rende.

Polvere di Coraggio – Terra Rossa – Western Australia – Aprile 2014

Non posso parlare dell’Australia senza i pezzi di ciò che ho scritto quando ero lì. Quindi la riporto così, nuda e cruda, un pezzo del mio diario personale, la mia scoperta, la mia rinascita, la prima volta che nella mia vita non ho guardato in faccia a nessuno.

A dirla proprio tutta, le intenzioni iniziali che avevo per questo pezzo erano diverse: volevo togliere totalmente la presenza di Smile (non rientrando nel lepersoneimportanti), ma ecco che si sono fatte avanti due mie vecchie conoscenze: l’ ironia e il determinazioneIronia: INTOCCABILE è come Zack chiamava la mia esperienza in Australia, lo diceva con tono sprezzante pensando che mi offendessi, in realtà come vedete mi aveva già dato lo spunto per questo pezzo. Determinazione: sapete, quei mesi da sola sono stati ciò che del mio passato ricorderò sempre, con orgoglio e con un sorriso, tutto è stato vero anche se è finito, e io voglio ricordi veri, puri, senzainganno. Zack è stato per me esattamente l’opposto, quindi, senza rimorsi , l’ho buttato nel trita carte insieme all’idea di tenerlo anche solo come vago pensiero. Poi però sono tornata sui miei passi perché ho notato qualcosa che non mi aspettavo: rileggendo ciò che avevo scritto quando ero laggiù, mi sono accorta di non aver buttato su carta così tante cose che lo riguardassero, anzi, di Zack e l’Australia ho solo testimonianza di insulti, di rifiuto, di disprezzo e tradimento, in definitiva quello che mi ha sempre dimostrato. Era la mia immaginazione di ciò che poteva essere a renderlo speciale. Quindi ho deciso di lasciare anche quel poco, per non falsificare nulla e fare il suo gioco (ho fatto rima!). Veramente, prendetela per una cosa di poco conto quando vedete il suo nome. L’Australia sono solo io.

Fly Away From Here - Dita sul finestrino
Fly Away From Here

Veniamo a noi.

Nessun Rimpianto - Oltre il Check in - 1dicembre2013
Nessun Rimpianto – Oltre il Check in – 1dicembre2013

Ho preso l’aereo per Melbourne il primodicembre2013, ho superato il check in scoppiando in lacrime. Quelle stesse lacrime si sono spente dieci passi dopo, quando oramai dall’altra parte non potevo più vedere nessuno, e sapevo che non avrei rivisto nessuno per un bel pezzo di tempo, un tempo indefinito, non avendo alcun bigliettodiritorno. La mia Adrenalina. Non mi sono mai sentita così viva in tutta la mia vita, vedevo l’Australia solo come un gigantesco punto di domanda. Ero sana, ero giallo Sole, ero tutto quello che avrei sempre voluto essere. Senz’altro è stato uno degli apici della mia vita, era il bianco di un foglio ancora da scrivere, ma soprattutto, ancora da pensare e tutto, dico TUTTO, è dipeso solo da me. Ho dormito per quasi tutto il tempo, da Milano Malpensa a Melbourne Tullamarine e vi dico la verità, anche se molti non ci crederanno, la tristezza per mancanza di persone care è stata spazzata via dall’adrenalina che avevo nel corpo, non c’era in me una sola briciola di compassione, di pena o altro, ero solo io e ce la dovevo fare ad ogni costo.

10/12/2013 . Melbourne, Habitat HQ Hostel.

Sono qui da sette giorni, ho viaggiato dall’Italia all’Australia. L’ho fatto per me, stavolta, non ho dato retta al mio cuore. Fin dall’inizio la decisione di venire qui non è stata cosa avventata come al mio solito, non è stato prendoevado. Ci ho pensato, l’ho fatto parecchio. Mi sono presa 6 mesi di tempo per me a casa Louei, la migliore casa in condivisione che si possa sperare, e li ho fatto e disfatto, “Ihavemesseditup“, come direbbero qui. Ne ho combinate non male, mi sono sfogata e buttata nel mondo dell’incognito e cazzo, anche quella volta mi è andata bene. Ne ho scampate parecchie per poi arrivare a realizzare che questo viaggio, beh, si, mi ci voleva. Dunque ho raccolto forze, i soldi, quel poco di cervello non bruciato e via, ho preso la mia decisione. E ora sono qui, a Melbourne. Melbourne è una città veramente bella, piena di giovani, di gente che se ti vede smarrita per strada ti chiede se può aiutarti, di panini che costano 16 dollari, di tramonti strappalacrime, di americani con il cappellino da baseball, di ragazzi negli ostelli che lottando per un posto di lavoro, di francesi pazzi che vanno in giro con la musica a palla, l’altro giorno a proposito, ero in spiaggia a prendere un po’ di sole considerato che sono cadaverica, ed è passato un ragazzo vestito alla Michel Jackson, con tanto di guanto e cappello, e si è fatto tutto il lungo oceano con lo stereo in mano cantando e ballando almeno venti volte, e non voleva mica soldi, no, lui si sentiva così… Michel Jackson, mi ha ricordato che siamo uomini liberi. Io qui mi sveglio la mattina con la voglia che fuori ci sia il sole, mi metto un pantalone e una maglietta, infradito e vado a prendere il caffè gratis dall’ostello, mi piazzo fuori nel Country Yard con il Mac, la tazza di caffè e il drum. Chiamo Smile perché la mia giornata deve iniziare con lui, con il suo viso e il suo sorriso, i suoi occhi a lunetta e le parolacce perché non mi sente e mi vede pixxellata. Poi mi guardo intorno e capisco che posso decidere cosa fare dei miei giorni, se scrivere, se farmi un bagno se guardare un film, se prendere un tram a caso solo per vedere dove porta. Questo ho fatto finora, ma no, non è per questo che sono qui. Da qui ci devo passare per forza, poi andrò dove piace a me, dove la cosa si fa più difficile, dove non c’è il wi-fi per chiamare la mamma e dove la terra, l’oceano e il sacco a pelo sono le sole cose di cui avrò bisogno. Intanto mi godo ancora questi giorni di meritato cazzeggio, tra Irlandesi che giocano a biliardo, americano, francesi, inglesi e italiani che prendono d’assalto la cucina all’ora di pranzo, e in quella cucina diamine, ci sono i sapori di tutto il modo. Poi tutti insieme vanno a guardare un film. L’inglese è una lingua potente, pensateci, unisce tutti. Anche chi non dice una parola alla fine qua lo sa, lo impara. La comunicazione è l’arma più potente del mondo, in positivo e in negativo, fortunatamente nel frangente in cui sono io non può essere nient’altro che positiva. Anche se spesso qui piove, io sono sola e non so che fare, non mi butto a terra, riesco alla fine a stare bene, vorrei solo tanto che Smile fosse qui con me, per fare insieme a lui tutto questo.

On My Own
On My Own

13/12/2013 St Kilda Beach – Melbourne

Ebbene si, l’ho fatto. Mi sono catapultata in Australia. Mi piace la sensazione di poter decidere della mia vita e poterlo fare, come disse Frank “my way”, a modo mio.  L’Australia. Terra rossa per definizione, ma io qui di rosso ancora ho visto ben poco, forse perché sono qui solo da dieci giorni o poco più, forse perché sto vivendo praticamente solo in città, forse perché da quando sono arrivata ha piovuto un giorno si e l’altro pure, o forse perché semplicemente non è il rosso che ispira i miei giorni qui, solitamente per me il rosso è negativo e finora è dura si, ma è decisamente positivo per me questo viaggio. E’ Blu-notte, nasconde tutto , ma fa uscire le stelle. E’ delicato, simpatico e romantico. E’ un colore buono, e io questo voglio essere al cento per cento. Voglio essere innanzitutto buona con me stessa, non voglio più criticarmi, non voglio sentirmi inadeguata, non voglio sentire il peso di una vita inutile alle spalle, non voglio essere cattiva con chi mi vuole bene, che poi alla fine, si sa, è sempre con le persone più importanti che ci si incazza. Voglio continuare a coltivare questo benessere che dal ultimo post che ho scritto ancora non mi ha abbandonato. Mi sento bene e il fatto che mi ci senta alche a 16500 km da casa beh, mi fa sentire ancora più Blu-notte, come l’atmosfera che c’era stasera ad un piccolo festival hippy qui a St Kilda, quando è sceso il tramonto e tutto era scuro, ma con la luce delle stelle che illumina i ragazzi mentre suonavano i bongos e giuro, nonsisonofermatineacheunminuto. Affascinante, il Blu-notte è affascinate, l’Australia è affascinate per la gentilezza, l’educazione, le buone maniere, il rispetto. Se fumi hai a disposizione mille cestini con posacenere incorporati e nessuno, dico nessuno, butta nulla per terra. Vado spesso in una via qui vicino all’ostello, Chapel Street, perché mi piace molto, è multietnica e puoi trovare la boutique di CK accanto al kebabbaro più scarso del nuovo continente.  E il bello è che non gliene frega nulla a nessuno, non è che accettano la cosa, no, è così  e basta, è la loro normalità. Questo si che è un paese dove chiunque provvisto di buona volontà e olio di gomito può cavarsela. Sicuro, come i nascondigli. Qui mi sento veramente al sicuro, non ho paura ad andare in giro la sera, non ho paura a lasciare lo zaino, non ho paura di dormire in una camerata  mista con altre 5 persone con tanto di armamentario Apple al seguito. No, dormo sonni tranquilli, sono al sicuro. E anche in fuso orario ancora, credo.

St Kilda Lunapark
St Kilda Lunapark
Hippie Festival - St Kilda
Hippie Festival – St Kilda
Melbourne Sunset
Melbourne Sunset

20/01/2014 – Tasmania Old Beach – Cherries Tasmania

Sapete, anche adesso che sono in Tasmania non mi redo veramente conto di quanto sono lontana da casa, mi sembra sempre che sia dietro l’angolo, o forse non so, ma è il sentimento più strano che sto provando, mi sento genuina, senza alti bassi miei soliti, senza l’ansia del domani, senza nulla da portare per forza con me. Non ho bisogno di nulla, solo di questo, solo di viaggiare. Parto lunedì alla volta di Melbourne, per fare poi il tragitto in macchina verso Sidney. Amo questo viaggio, dentro di me.

Backpackers Sunset - Old Beach
Backpackers Sunset – Old Beach
Backpackers Stars, Moon and Planets
Backpackers Stars, Moon and Planets
Backpackers Sunrise
Backpackers Sunrise

21/01/2014 – Tasmania Old Beach – Cherries Tasmania

Ci i sono momenti in cui non hai coraggio. Momenti in cui ti sono talmente lontani tutti dagli occhi e dal cuore che ti senti come se l’altra parte della tua vita, quella di prima, non l’avessi vissuta veramente tu, ma qualcun’altra che conosci ben poco. E magari neanche ti piace. Qui non c’è nessuno. Qui devi solo prendere la valigia, lasciare a terra ciò che non ci sta nello zaino e ripartire. Ricordarsi che la perfezione non esiste, la fiducia non è degli esseri umani e l’amore fa sempre soffrire.

Lasciatemi qui - South Bruny
Lasciatemi qui – South Bruny
Totaly Changed - Bruny Island
Totaly Changed – Bruny Island
Two Oceans - Two Souls
Two Oceans – Two Souls

29/01/2014 Tasmania Old Beach – Cherries Tasmania

Campi di grano , piccoli arbusti verdi, colline dalle forme comuni.. tante nuvole sotto un cielo azzurro candido. La Tasmania. Ancora non è il tramonto benché siano le otto, qui in effetti è estate, ma tra poco il cielo si tingerà di viola come al solito e li sì, sarà spettacolo. Non ho realmente visto tantissimo finora, o almeno, nulla di ciò che mi aspettavo io dall’Australia. Forse perché non mi aspettavo nulla di particolare, questo viaggio non l’ho pensato per visitare i posti, ma per visitare me stessa. Sapete pensavo di essere una persona peggiore, pensavo di non vale anche quel poco che avevo. Questo è il peso degli anni vissuti senza pensare al futuro, senza realmente rendesi conto che, come dice Steve “se vi guardate ogni giorno allo specchio chiedendovi se sarà l’ultimo giorno, senza una volta ci azzeccherete”. Beh, io non voglio passare i miei giorni allo specchio. Non mi specchio da un mese e più ormai. Il mio specchio sono i visi delle persone che incontro, se mi fanno un sorriso, io so che la mia faccia è bella. Per me questa è una sensazione stranissima, sentirmi a mio agio con le persone, capiresenzachiederechenonsonodipeso, fare ciò che mi va, isolarmi, gridare, fumare, dormire. A Melbourne la cosa bella è stata la stranezza di come mi sono sentita appena arrivata: ho volato per 20 ore dall’Europa all’emisfero opposto, ho dormito per tutto il tempo, sono atterrata, ho preso una navetta per il centro e poi il tram alle 10 di sera, ho camminato per un ora alla ricerca dell’ostello con due zaini e quando sono arrivata mi sembrava di vivere li da tutta la vita. In tutti i viaggi che ho fatto non mi è mai capitata una cosa simile. Mi sentivo a casa, ero stanca si, ma non come una che ha fatto 17.000 km. Non so spiegarvi perché, so solo che l’ho capito subito e sapete, la cosa che mi fa più paura in assoluto è il buio. Ma tantatanta paura. Quando ho deciso di venire in Australia e mi parlavano di ragni, squali serpenti e meduse, io pensavo solo a come avrei fatto se mi fosse capitato il buio. L’ho sperimentato subito. Dall’aeroporto alla Southern Cross station sono circa 30 minuti, da lì all’ostello che avevo prenotato dovevo prendere un tram per St Kilda… a Melbourne ci sono tipo 100 tram, è famosa per questo. Benché le indicazioni fossero perfette, io non avevo idea di dove si trovasse l’ostello, a che altezza di St Kilda Road, quindi ho chiesto informazioni e ho preso il tram numero 96. Mi si sono avvicinati due fidanzati per chiedermi se anche io prendevo il 96 e abbiamo iniziato a parlare. La mia prima conversazione in inglese, da sola, dall’altra parte del mondo.  Solo io, nessun altro e non parlavo inglese da 10 anni.. I due ragazzi erano splendidi: fidanzati, lui e lei anglosassoni, molto belli entrambe, avevano fatto un viaggio bellissimo dall’Inghilterra passando per la Siberia, Mongolia , Sud Est Asiatico e Australia, sarebbero poi andati a Los Angeles e poi non ricordo, forse casa. Li ho profondamente invidiati. Ho lasciato a casa l’amore della mia vita per fare questo viaggio, e la cosa più bella che mi potesse capitare e viaggiare con lui. Comunque, sul tram ad un certo punto mi resi conto che non sapevo dove scendere, quindi appena vidi una fermata con il cartello St Kilda mi fiondai giù, salutando in fretta e furia la coppia oggetto della mia adorazione. Poi mi resi conto che avevo fatto una cazzata, ero da tutt’altra parte. Fortunatamente una ragazza un po’ su con l’età aspettava un tram… erano le dieci, forse dieci e mezza di sera, nessuno in giro… e le chiesi indicazioni. Gentilissima lei, mise l’indirizzo su Google maps, mi fece vedere la strada finché non la memorizzai perfettamente. Ricordo ancora “take Grays street and in the end turn a little bit right to Inkerman street and than you are in St Kilda Road, probably few meters you might find the hostel.” Ho benedetto l’ epoca degli iPhone. Non potevo sbagliare. Mi incamminai e con mia sorpresa mi accorsi che non c’era anima viva. Era tutto buio, ma io non avevo paura. Non so dire ora cosa ho pensato durante quella sfacchinata. Avevo trenta kili sulle palle dietro e 10 davanti, un cappello di paglia in testa e una strada da percorrere, tutto il mio futuro da scrivere. Ero una viaggiatrice, finalmente. Non ho avuto paura, neanche un po’, la strada era perfetta e dopo mezz’oretta di cammino l’ostello che avevo visto solo su schermo del pc in ufficio e Milano era davanti a miei occhi. Sono entrata col sorriso.

Feeling Happy
Feeling Happy
Feeling Powerful
Feeling Powerful
Dreams Come true
Dreams Come true
Feeling Cold in Summer
Feeling Cold in Summer
Feel Nature
Feel Nature
Colors Everywhere
Colors Everywhere
Feeling Beautiful
Feeling Beautiful
Feel the Adrenaline
Feel the Adrenaline
Feel Freedom
Feel Freedom
Feeling Statisfied
Feel Satisfaction

07/04/2014 Fremantle

E anche l’avventura a Fremantle è ormai finita, questo treno mi sta portando più al nord, dove mi aspetterà una nuova amica, una nuova cosa e un nuovo lavoro. Di fermante ho amato la pace delle strade prima dell’alba, la luce arancione dei tramonti, lo stile antico degli edifici e per questo non comune in Australia, ho amato i negozi di libri di seconda mano e quello di vestiti di seconda mano che mi ha salvato tante volte dallo spendere un patrimonio, ho amato la paura di fare il bagno per gli squali, il sentirmi rifiutare l’accesso al pullman perché troppo sporca, il litro di caffè take away, i sushi da 3 dollari, la ragazza del mercato che mi ha aiutato a sistemare la bancarella con i bastoncini cinesi, i colleghi che mi chiedevano le traduzioni delle parolacce in italiano per prendersi in giro a vicenda, ho amato l’ebrezza di non avere più soldi e nemmeno un lavoro, ho amato ancora di più quando ho lavorato 4 giorni per 10 ore al giorno ed ho preso una miseria, ma ero comunque felice perché finalmente potevo fare la spesa, ho amato il mercato colmo di colori e odori, il gozlem, la bancarella dei cappelli, Phil e Federica, il negozio di pelli con la custodia della chitarra che avrei tanto voluto comprare per Carlo, i vasi di fiori appesi al tendone, la spiaggia di South Beach, e l’isola di Rottenest, il paradiso da queste parti, e il delfino che il dott. Pellegrino è riuscito a vedere da dentro la tenda sulla spiaggia, e con la tranquillità più assoluta disse: “uno squalo o un delfino” , ho amato le chiacchiere sul divano con Ilaria, perché mi mancano le mia amiche e so che in lei ne ho trovata una diversa da tutte, donne che sanno di se, ma fragili come cristalli..  ho amato la sicurezza di essere protetta dagli amici che si sono presi cura di me, dall’inizio alla fine, senza se e senza ma e che ricambierò se avranno bisogno, come loro hanno fatto con me, sarò felice di farlo.

Fremantle Port
Fremantle Port
Fremantle Sunset of Freedom
Fremantle Sunset of Freedom
Fremantle Sunrise - Kailis Marine
Fremantle Sunrise – Kailis Marine

08/04/2014 – On the way to Geraldton

Per Lui: dovresti vedere adesso quello che sto vedendo io. Questo viaggio è molto meglio di come l’ho sognato, è decisamente perfetto. Questa è esplorazione all’ennesima potenza, e con le “riunioni delle rane” nelle orecchie la mia vita è ed è stata piena di belle cose, ricordi e persone meravigliose, magari non per quello che hanno (o non hanno) fatto, ma per quello che sono dentro, and You Will be Always My best, con affetto Laura.

In cammino solo per me
In cammino solo per me

20/04/2015 -Perth Airport

Mi sembra come se questo posto non lo lascerò mai veramente, mi sembra come se partire lontano dall’Australia sia una bugia, no non è vero . L’Australia sarà sempre nel mio cuore, nella mia anima, nella mia vita, è la terra che mi ha ridato la libertà di essere me stessa e una nuova vita per il mio futuro. Io non ti dimenticherò mai. Rendersi conto di essere veramente in giro per il mondo, rendersi contro di non avere ancora 30 anni e essere riuscita a fare quello che fino ad un anno fa sembrava una follia. Ora prendo aerei come ne ho voglia, sono a Singapore, fino a qualche ora fa ero a Perth e il mese scorso a Sidney, Natale l’ho passato in Tasmania… La mia vita da Settembre in poi è’ cambiata, è diventata veramente la vita che io Laura voglio vivere. Cazzo c’è l’ho fatta. Laura, c’è l’hai fatta!!!!!!!!!!!

I GOT IT!
I GOT IT!

Grazie a te sono più forte, più resistente, più consapevole ed esperta. Grazie a te so che esiste un confine per l’infelicità e quel confine sono solo io a marcarlo, grazie a te so di avere la forza di prendere in mano la vita con scelte coraggiose e a volte pericolose. Grazie a te ho la consapevolezza di aver vissuto tutto senza rimpianti. Ti ho amato e sono stata amata fino all’impossibile, ho vissuto veramente in una fiaba o, più come piace a me, in un film d’avventura dove al protagonista capitano mille peripezie, ma alla fine le supera tutte. Tu sei stata perfetta al momento perfetto, avevo solo cannato il principe azzurro, ma non mi ha scombussolato i piani sapete, la feccia dei principi azzurri a noi fa un baffo… ma al di là della persona che ha cercato in tutti i modi di distruggere il tuo ricordo, di renderti un’ostacolo e di impedirmi di viverti, tu sei stata per me l’unica cosa per la quale nella mia vita rifarei tutto da capo, sei stata il mio apice assoluto. Tu mi hai dato la speranza di cui avevo bisogno per credere in me stessa. Ora che è tutto finito, ora che di tempo ne è passato, si ma non tantissimo, capisco attraverso le mie parole di quel tempo che nella dimensione in cui ero ci stavo perfettamente. Continuerò a viaggiare per sempre e oggi, ancora grazie e te, so che sono capace di realizzare i miei sogni di bambina, e non c’è regalo più grande di dimostrare a se stessi che non ci sono ostacoli, di dimensione o sorta per sentirsi liberi davvero.

I AM TOTALY CHANGED

Domani

Domani è il mio futuro, ed è Azzurro.

Avete mai visto l’azzurro del cielo di Roma?Lo avete mai osservato veramente?Dunque, io cieli belli e azzurri ne ho visti veramente tanti tanti, da ogni parte, ma giuro, l’azzurro del cielo di Roma, beh, quello è incredibilmente azzurro e quando te lo trovi proprio sopra la testa tutti i sentimenti che avevi in corpo un minuto prima si congelano… resti lì a farti riempire i polmoni di infinito. Ti  accorgi proprio che ti sta guardando, sembra che voglia dirti qualcosa permettendo al sole ti penetrare e scaldarti la pelle. Ti senti senti come se fossi all’inizio della tua vita. O almeno io mi sento così. Amo il cielo di Roma in modo viscerale, ogni volta che arrivo a Termini non mi fermo mai a bere un caffè dentro la stazione, esco subito, alzo gli occhi e mi faccio invadere di calore e di allegria. Poi, non so come, ma a Roma quando fa brutto il cielo è azzurro lo stesso. Sarà che sono innamorata di questa città.

Io ho un tatuaggio sulla pelle, l’ho fatto poco più di 5 mesi fa e per me è stato un segno del mio destino. MI ha aiutato Pantera, praticamente lo ha disegnato lui..ho tatuato una “L” che per il tutto il mondo sta per Laura ma in realtà non è così. Sta per Libertà. In questa libertà per ora ci ho messo solo i miei fratelli, me stessa e l’infinito dell’Amore. Nient’altro. Amore, pensavo di sapere cosa fosse, ma forse devo ancora scoprirlo. Domani. I miei fratelli perché sono le uniche persone che non mi diranno mai di frenare… e se lo fanno non lo pensano veramente… perché loro potrei essere io e loro me. Me stessa perché sono da sola che credo in quello che faccio e farò domani, e infinito perché nei miei occhi il domani , ogni giorno sarà solo pieno di libertà, o alla ricerca di libertà. Una persona mi ha parlato di sogni, perché vuole realizzarli. Anche io voglio realizzare i miei sogni e sono convinta che ce la farò.

Tatoo

Azzurro è il colore del fiocco quando nasce un maschietto ed è successo anche questo nella mia vita in questo mese. Dopo che Lui mi ha lasciato dicevo alla mia amica che suo figlio sarebbe stato il mio fidanzato. Ieri è nato. Azzurrissimo. So già che sarà un bambino bellissimo ed una persona speciale come i suoi genitori,sono felice se farò parte del suo domani. Ti voglio bene piccolo amico, spero che la tua vita sia più azzurra possibile!

Azzurro è l’orizzonte davanti ai miei occhi, E’ il colore del vento che allontana le nuvole quando volo lontano, è il mare che giù in fondo incontra il cielo. E’ il cielo. E’ assolutamente il colore del mio Domani.

l'orizzonte davanti ai miei occhi - Ibiza - Agosto 2011
l’orizzonte davanti ai miei occhi – Ibiza – Agosto 2011

Parlerò spesso d’azzurro.

Nulla mi renderà triste o arrabbiata o nonsochè di brutto. Lui non potrà più farmi male, mai più.